Smart Working, prima indagine sulla qualità del lavoro agile in 34 amministrazioni centrali

12 maggio 2021

Ottime pratiche che possono diventare benchmark di riferimento, ma anche tante criticità da migliorare, come l'insufficiente valutazione degli impatti esterni e interni dello smart working e la necessità di progettare percorsi formativi mirati dei dirigenti. In sintesi: grande capacità di reazione organizzativa in risposta all'emergenza Covid, ma poco monitoraggio degli effetti. Sono questi i principali risultati della prima indagine sulla qualità dei Piani organizzativi del lavoro agile (Pola) 2021-2023, presentata oggi durante la riunione dell’Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche aperta dall’intervento del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

Lo studio sui Pola - i piani organizzativi introdotti dal precedente governo nel "decreto Rilancio" che le amministrazioni devono presentare entro il 31 gennaio di ogni anno - è stato coordinato dal professor Enrico Deidda Gagliardo e realizzato in stretta collaborazione tra il Cervap, il Centro di ricerca sul Valore pubblico dell'Università di Ferrara, e l'Ufficio Valutazione performance del Dipartimento della Funzione pubblica.

Sotto la lente un campione di 34 amministrazioni del comparto "funzioni centrali", suddivise in 8 cluster, che al 30 aprile 2021 avevano pubblicato il Pola sul Portale della performance: si tratta di 9 ministeri (26% del campione), 7 enti di regolazione dell’attività economica (21%), 5 parchi nazionali (o consorzi ed enti gestori di parchi e aree naturali protette), 4 enti e istituzioni di ricerca (non vigilati dal Mur), 4 istituti produttori di servizi assistenziali, ricreativi e culturali, 2 autorità amministrative indipendenti, 2 enti nazionali di previdenza e assistenza sociale e infine un ente a struttura associativa.

L'indagine si è articolata lungo tre aree di ricerca.

1)   Il livello di qualità media complessiva dei Pola: Istat, Lavoro e Mef

Innegabile lo sforzo di programmazione organizzativa del lavoro agile da parte di tutte le amministrazioni del campione. Il livello di qualità media complessiva si attesta sul 67%, con un range che va da un minimo del 25% a un massimo del 90%. Sul podio con la più alta qualità programmatica del Pola ci sono l’Istat con il 90%, il ministero del Lavoro con l’89% e il ministero dell’Economia, a quota 88%. Amministrazioni che secondo i ricercatori possono diventare a pieno titolo benchmark di riferimento per tutte le altre.

2)   I cluster con la maggiore qualità dei Pola: gli enti di previdenza e assistenza

Il cluster che raggiunge il valore più elevato per qualità media complessiva dei Pola è quello degli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale, con Inail (85%) e Inps (73%) che si distinguono per l’ottima qualità dei documenti e per il dettaglio delle azioni programmatiche e organizzative. Seguono poi i quattro enti di ricerca non vigilati dal Mur (Ispra, Iss, Istat e Crea), che presentano una qualità media pressoché identica al cluster visto in precedenza. I due enti del cluster "autorità amministrative indipendenti" (Anvur e Isin), presentano una qualità media piuttosto elevata (77,5%), seguiti dai ministeri (Affari esteri, Economia, Cultura, Sviluppo economico, Trasporti, Lavoro, Università, Ambiente e Giustizia) che si attestano sul 67%. I 5 enti Parco fanno registrare una qualità media decisamente inferiore, ma pressoché uguale a quella dei quattro enti produttori di servizi assistenziali, ricreativi e culturali e comunque sopra la soglia della sufficienza (63%). Infine, il cluster dei sette enti di regolazione dell'attività economica (Agenas, Agid, Aics, Aifa, Alct, Ansf, Aran) si è posizionato esattamente sulla soglia di sufficienza (60%).

3)   Quali sono i contenuti dei Pola già maturi e quelli da migliorare

L'indagine rileva - per ciascuna delle quattro parti in cui i Pola sono articolati - da una parte i contenuti “maturi” dei Piani, quelli che presentano una buona qualità programmatica, e dall’altra i contenuti da migliorare, fornendo poi preziose indicazioni di policy sulla programmazione organizzativa del lavoro agile. In estrema sintesi, i contenuti più forti e meglio delineati sono relativi alle condizioni di salute di ogni ente (la fotografia 2020), al monitoraggio quantitativo in fase emergenziale, alla programmazione del lavoro agile ordinario, all’identificazione dei soggetti coinvolti e delle attività che possono essere svolte in smart working. Decisamente da migliorare, invece, appaiono i contenuti relativi alla fonte dati degli indicatori, alle scelte logistiche, agli impatti del lavoro agile, al monitoraggio (basso) della qualità dello smart working emergenziale e del benessere organizzativo, alle performance organizzative, alla presenza (insufficiente) di un help desk informativo e alla formazione mirata dei dirigenti.