Gazzetta d'Alba - Davide Barile

La strategia del Ministro Paolo Zangrillo per innovare gli uffici pubblici

14 giugno 2023

L'ospite principale all'assemblea dell'Associazione commercianti albesi, svoltasi ieri (lunedì 12) al castello di Grinzane, doveva essere il ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, ma la morte di Silvio Berlusconi gli ha impedito di presenziare. Lo abbiamo sentito al telefono. Nato nel 1961 a Genova, è senatore per Forza Italia. Laureato in giurisprudenza, ha lavorato come dirigente d'azienda.

Pubblica amministrazione e imprese: quali le richieste e le soluzioni da attuare?
«Le nostre aziende chiedono velocità e stabilità: dobbiamo garantirgliela, dando loro certezze ed eliminando gli adempimenti inutili, che non siano in conflitto con l'interesse pubblico. Va ottimizzato l'uso delle risorse: l'esempio pratico è il fascicolo informatico d'impresa, una piattaforma digitale che gestisce tutte le informazioni amministrative aziendali. Dobbiamo continuare in questa direzione: velocizzare e snellire gli adempimenti, trasformandoli da costo a opportunità».

In un'Italia ostaggio della burocrazia, una semplificazione nella pubblica amministrazione è possibile?
«Questo traguardo è tra gli obiettivi cardine del mio mandato. Il Pnrr impone di digitalizzare seicento procedure entro il 30 giugno 2026: duecento prima del 31 dicembre 2024. Ho chiesto alla mia squadra di anticipare quest'ultimo obiettivo alla fine dell'anno in corso. Con il decreto legge numero 13 del 2023 abbiamo già semplificato una settantina di pratiche in settori strategici: un primo passo, importante, per dare una spinta alle nostre imprese. Un'indagine della Banca d'Italia, realizzata poco prima della pandemia, indica in quattro anni e dieci mesi il tempo necessario per realizzare un'opera da 300mila euro. Se l'importo supera i cinque milioni, si sale a quasi undici anni. Il 40 per cento di questo periodo è speso in burocrazia. In un mondo globalizzato e concorrenziale come il nostro, il tempo è un alleato, questi ritardi mettono a dura prova le imprese».

Quali saranno gli effetti del Pnrr sulla pubblica amministrazione?
«Paragono il Piano di ripresa a un treno ad alta velocità: i binari su cui viaggia passano per gli uffici pubblici. Stiamo lavorando per mettere a disposizione maggiori risorse agli enti responsabili della realizzazione dei progetti previsti dal Pnrr, per permettere loro di portarli a termine e contribuire al rilancio del Paese. Al centro di tutto ci sono sempre le persone: sono loro a dare vita a un'amministrazione più moderna, efficiente e in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini».

Come attuare la digitalizzazione e superare il divario tecnologico?
«Secondo l'indice Desi, che valuta le prestazioni digitali dei Paesi, l'Italia presenta significative carenze in termini di competenze informatiche. Considerando le persone tra i 17 e i 60 anni, nel nostro Paese la percentuale di alfabetizzazione digitale è intorno al 40 per cento, mentre la media europea è pari al 60. Il divario tecnologico è certamente uno degli ostacoli più significativi in questo percorso: non dipende soltanto dai dispositivi, ma è di tipo culturale. Un ruolo chiave è giocato dalla formazione, su cui stiamo puntando molto grazie alla rinnovata piattaforma Syllabus, che permette ai dipendenti della pubblica amministrazione di acquisire delle competenze di base e arricchire le conoscenze su transizione digitale, ecologica e burocratica. Occorrerà farsi promotori di un cambio di mentalità fra i funzionari pubblici».