Libero Quotidiano - Salvatore Dama

«Finirà l'epoca di uno Stato che intralcia e non aiuta»

19 dicembre 2022

Una manovra che continua a cambiare e pochi giorni per approvarla. Ansia?

«È stato un lavoro particolarmente complesso», premette Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione, «che ha dovuto tenere conto anzitutto del periodo di emergenza che stiamo vivendo. La manovra è stata scritta in tempi brevissimi, forse è la prima volta nella storia della Repubblica che la si elabora in poco meno di un mese».

In Commissione il governo porterà modifiche e riscritture.

«La fase storica è complicata, abbiamo ascoltato le categorie. Questo è il motivo per cui stiamo ancora discutendo. Non è facile conciliare tutte le richieste sulle quali veniamo sollecitati. Non è semplice farlo in tempi così stretti. Tutti chiedono, tutti propongono, ma poi è al governo che tocca la responsabilità di prendere decisioni».

Mancano tredici giorni all'esercizio provvisorio.

«Arriveremo all'approvazione della manovra entro fine anno, scongiurando questa ipotesi».

Forza Italia è soddisfatta del testo?

«Abbiamo fatto una battaglia giusta. Con senso di responsabilità. Non c'erano le condizioni per andare oltre il possibile».

Incassate l'aumento delle pensioni minime. E la proroga delle scadenze per il superbonus.

«Le pensioni minime a 600 euro per gli ultra 75enni sono un primo segnale. Ci siamo presi l'impegno di portare gli assegni minimi a mille euro entro la legislatura. Così come, sul superbonus, avevamo la necessità di andare incontro a quelle famiglie e quelle imprese che chiedevano risposte e non potevano essere lasciate sole. Sono due battaglie giuste, che forse meritavano più spazio nella legge di bilancio. Ma siamo una forza responsabile e ci rendiamo conto di quanto sia difficile conciliare l'emergenza economica con le misure che per noi hanno un'importante valenza politica».

Soglia dei pagamenti con il pos. Prima a 60 euro, poi a 30-40, ora la misura potrebbe essere addirittura stralciata dalla manovra.

«Rispetto alla portata dei problemi che stiamo affrontando la questione del pos mi sembra francamente residuale. L'obiettivo della misura è aiutare quegli esercenti, specie i più piccoli, che devono pagare una commissione e che sono già in difficoltà economica. Ma, nel quadro delle complessità che stiamo gestendo, ripeto, si tratta di un tema più gestibile».

Pd e sindacati in piazza contro la manovra.

«Liberi di esprimere il dissenso, anche scendendo in piazza. Ma la differenza tra opposizione e governo sta tutta qui: da un lato c'è chi tutela gli interessi di parte, dall'altro chi deve tutelare gli interessi della nazione facendo sintesi».

È una "manovra contro i poveri", dicono.

«Quando si parla di poveri bisogna essere intellettualmente onesti. Chi è stato al governo negli ultimi anni ha dichiarato che avrebbe sconfitto la povertà. Non è successo. Anzi è aumentata».

Senza il reddito di cittadinanza la situazione è destinata a peggiorare?

«Nessuno mette in discussione il sussidio per chi non ha la possibilità di procurarsi le risorse necessarie per vivere, ma sul versante delle politiche attive del lavoro, il rdc ha fallito. Non ci raccontiamo balle. Si è rivelato uno strumento del tutto inadeguato rispetto al suo reale obiettivo: dare lavoro alle persone. Chi, come Conte, va in giro a raccontare che facciamo la guerra ai poveri, non sta facendo politica. Cerca di raccattare consenso con una narrazione che non ha alcuna attinenza con la realtà».

Si riparla di Mes.

«Così come è congegnato, non ci convince. Approfondiremo la possibilità di attivare il meccanismo, ma non adesso. Sono d'accordo con il ministro Giorgetti».

Il suo collega Guido Crosetto ha attaccato la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde.

«Condivido le ragioni dell'amico Crosetto. Mentre noi qui stiamo cercando di trovare risorse per aiutare famiglie e imprese, il rialzo dei tassi di interesse è una misura che va in senso diametralmente opposto. Il primo effetto, banalmente, sarà sui mutui. Quella della Banca centrale mi sembra un'iniziativa quantomeno discutibile».

L'intervento di Berlusconi al decennale di Fratelli d'Italia ha ricevuto qualche fischio.

«Ma alla fine è stato applaudito! Berlusconi ha proposto delle riflessioni condivisibili, gli alleati hanno apprezzato. Non vedo come si possa mettere in discussione la compattezza del centrodestra per qualche fischio che, in queste manifestazioni, è abbastanza usuale. Io vivo la dinamica del consiglio dei ministri. C'è discussione, ma anche la disponibilità di tutti ad ascoltare le posizioni altrui. Ci sono, insomma, le condizioni per lavorare bene e fare squadra. Il centrodestra è saldo, solido, consapevole delle aspettative dei cittadini».

Berlusconi ha detto: "Meritavo un incarico istituzionale".

«Per storia politica e imprenditoriale Berlusconi potrebbe fare qualsiasi cosa. La sua esperienza, la sua saggezza, la sua caratura istituzionale gli consentono di ambire a ogni ruolo. Francamente per uno come lui sarebbe stato riduttivo un ruolo all'interno del governo».

Da Bruxelles arrivano le cronache delle mazzette del Qatar-gate. Brutta botta per il Pd.

«È una vicenda desolante. Da garantista aspetto le indagini e le sentenze. Detto questo, il Qatargate appare come una storia miserabile, che in Italia fa il paio con il caso Soumahoro. La sinistra deve smettere di dare lezioni di moralità e guardarsi un po' in casa».

Pnrr: rispetterete le scadenze di fine anno?

«In questi giorni abbiamo fatto il punto con il ministro Fitto, che gestisce la cabina di regia, e mi pare che gli obiettivi per l'anno in corso siano raggiunti. Siamo sulla buona strada».

Anche quelli del suo ministero?

«Stiamo lavorando in maniera intensa. La grande sfida è la digitalizzazione, che si interseca con la semplificazione. La Pubblica amministrazione deve essere un'opportunità per cittadini e imprese, non un intralcio. Abbiamo avviato il portale per la gestione delle procedure concorsuali, strumento che permetterà la totale digitalizzazione. Aggiungo che ho ricevuto in eredità 600 procedure che stiamo semplificando con l'obiettivo, contenuto nel Pnrr, di arrivare alla meta entro il 2026».

Venerdì il cdm ha approvato il nuovo Codice degli appalti.

«È un altro strumento di semplificazione che, quando sarà operativo, aiuterà cittadini e imprese a vivere la Pubblica amministrazione in maniera più virtuosa».