Il Secolo XIX - Mario De Fazio

«Sindaci esempio per l'Italia»

24 ottobre 2023

«I comuni sono il cuore pulsante dell'Italia e i loro sindaci un esempio di impegno e passione». Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, sarà domani a Genova per partecipare all'assemblea nazionale di Anci. Alla vigilia della cerimonia inaugurale, parla del rapporto del ministero con gli enti locali, delle iniziative realizzate e di quelle in cantiere, della diversità di vedute tra Comuni e governo sul Pnrr. Ma l'esponente di Forza Italia guarda anche al quadro politico: e se in vista delle elezioni europee non esclude fisiologiche fibrillazioni tra alleati, sul caso Giambruno esclude un ruolo di esponenti di Forza Italia nel far emergere i fuori onda dell'ex compagno della premier Giorgia Meloni: «Solo ricostruzioni fantasiose, siamo una squadra unita».

Ministro Zangrillo, domani sarà a Genova per l'assemblea nazionale di Anci: quali interventi sono stati realizzati dal suo Ministero, in questo primo anno di governo, per andare incontro alle esigenze dei Comuni?
«I Comuni sono il cuore pulsante dell'Italia e i loro sindaci un esempio per l'impegno e la passione che ogni giorno mettono al servizio delle loro comunità. Sono convinto che il rilancio del Paese passi proprio da qui. In questo primo anno di governo abbiamo voluto affrontare questioni che erano irrisolte da tempo. Penso ad esempio al fondo per i segretari comunali, figura fondamentale per il funzionamento delle amministrazioni, soprattutto le più piccole, ma anche alla possibilità di stabilizzare il personale assunto a tempo determinato per l'attuazione del Pnrr, di cui gli enti territoriali sono il principale attuatore».

Quali sono gli interventi in cantiere per il futuro per migliorare l'efficacia della pubblica amministrazione a livello periferico?
«Abbiamo un obiettivo ambizioso che ci accomuna, il bene dell'Italia. Proprio per questo motivo il confronto con l'Anci è quotidiano e riguarda tutti i temi della Pubblica amministrazione. Uno su tutti, quello delle semplificazioni: le stiamo realizzando incontrando i rappresentanti dei territori e le associazioni di categoria con "Facciamo semplice l'Italia", il progetto che lo scorso settembre ha fatto tappa anche a Genova e che con la Liguria ha già toccato otto regioni. Ci muoviamo nella stessa direzione perché è solo così che possiamo correre davvero».

Altro capitolo decisivo sul versante della Pubblica amministrazione è la digitalizzazione: a che punto è il Paese su questo capitolo?
«Il Pnrr dedica alla digitalizzazione un ruolo centrale, destinando 6,14 miliardi di euro a interventi volti a trasformare la pubblica amministrazione in chiave digitale. Stiamo preparando il terreno affinché tutti i nostri enti, centrali e territoriali, possano compiere questo processo di transizione. Non è facile, perché spesso i cambiamenti disorientano, ma lo stiamo facendo puntando con forza sulla formazione delle nostre persone, triplicando le ore che devono dedicare all'aggiornamento e potenziando con nuovi contenuti la piattaforma Syllabus. È l'unica strada per accompagnare i dipendenti della Pa verso quel processo imponente e straordinario che è la digitalizzazione».

Sul Pnrr, il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, ha parlato di una «doccia fredda» per i Comuni a proposito dei progetti cancellati dal Piano: il governo chiarirà dove verranno presi i soldi per sostituire i fondi europei destinati altrove?
«Siamo arrivati al governo con un'eredità, un Pnrr costruito su presupposti che non tenevano conto di alcuni fattori subentrati poi, come la guerra in Ucraina o l'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia. Abbiamo corretto l'impostazione con un'operazione di responsabilità e serietà, spostando alcuni progetti su fondi con un respiro temporale più ampio rispetto al 2026 previsto dal Pnrr. L'obiettivo è realizzare tutti i progetti, senza rischiare di mantenere all'interno del Pnrr iniziative su cui non abbiamo la certezza di rispettare i tempi».

Il suo ministero ha lanciato una campagna dal titolo "non è un posto fisso ma un posto figo": come si rende attrattivo per i più giovani l'impiego nel settore pubblico?
«Dopo il blocco decennale del turnover, che ha svuotato i nostri uffici di circa 300 mila persone rendendoli più vecchi, abbiamo ripreso ad assumere. Per quest'anno sono previsti 170 mila ingressi, altrettanti nel 2024. Abbiamo così deciso di rivolgerci ai giovani, per scardinare i vecchi stereotipi del posto fisso e invogliarli a lavorare per la collettività. Parole alle quali stiamo facendo seguire i fatti: abbiamo sviluppato un processo di reclutamento nuovo, totalmente digitale, che rende i concorsi più veloci. Abbiamo previsto la possibilità di ricorrere al contratto di apprendistato e alla formazione lavoro e, con la legge di bilancio, abbiamo stanziato 7,5 miliardi per il rinnovo dei contratti 2022-2024. E non è tutto, perché stiamo anche lavorando al merito e ad una valutazione efficace della performance».

Il governo ha appena compiuto un anno di attività dal suo insediamento: che bilancio dà dell'attività dell'esecutivo? Dove si deve e si può fare di più in futuro?
«Parto dal presupposto che si possa sempre fare di più, ma credo che i risultati di questo primo anno di governo siano davvero straordinari. Nonostante un contesto internazionale complicatissimo, che ha evidenti ricadute economiche e sociali, l'occupazione non è mai stata così alta e attraverso il confronto costante con l'Europa abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi del Pnrr, sbloccando la terza rata da 18,5 miliardi. Siamo impegnati a far ripartire il Paese, mettendo al centro le famiglie, i lavoratori e le imprese, e sono convinto che con l'orizzonte di legislatura che abbiamo di fronte sapremo tagliare nuovi prestigiosi traguardi».

Forza Italia è al centro di sospetti per il caso relativo alla vicenda Giambruno e ai fuori-onda trasmessi da Striscia La Notizia sull'ex compagno della premier Giorgia Meloni: come sono i rapporti con gli alleati di Fratelli d'Italia in questo frangente?
«Mi permetta di dire che ho trovato quantomeno fantasiose certe ricostruzioni di una vicenda privata, che non ha nulla a che fare con il profilo pubblico delle persone coinvolte. Pur nelle differenti identità che lo compongono, questo governo sta dimostrando di essere una squadra unita e coesa, la cui unica preoccupazione è quella di fornire soluzioni ai problemi del Paese».

Con l'avvicinarsi delle elezioni europee teme che le fibrillazioni trai partiti di maggioranza cresceranno?
«È possibile, perché fa parte delle normali dinamiche della politica, ma la storia del centrodestra dimostra che sappiamo affrontare, e superare, anche questi momenti. La coalizione unita vince».

Qual è l'obiettivo di Forza Italia alle Europee? Superare la soglia del 10% sarebbe un traguardo soddisfacente?
«La perdita di Silvio Berlusconi è stata uno choc, ma il berlusconismo non è finito, come dimostra l'elezione di Galliani a Monza. Forza Italia è e continuerà ad essere il punto di riferimento dei moderati, in Italia e in Europa. Non dobbiamo porci limiti».