Nessuna contraddizione tra l'intervento normativo sullo smart working approvato il 29 aprile e il contratto collettivo che dovrà regolare gli istituti normativi del lavoro agile.
Il Dipartimento della Funzione pubblica precisa che la flessibilità organizzativa che chiede la Fp Cgil è rafforzata dalla norma del decreto Proroghe, che elimina una soglia minima, ma lascia libere le amministrazioni di individuare quali attività possono essere svolte in lavoro agile e quanti dipendenti destinare ad esse.
Questo avviene fino alla fine del 2021 o prima, nel caso in cui entrino in vigore i Ccnl.
La norma, inoltre, prevede a regime, per le amministrazioni che approvano i Pola, una soglia minima del 15% dei dipendenti in lavoro agile per le attività che potranno essere svolte in questa modalità.
La norma esalta la flessibilità organizzativa di ogni Pa nel rispetto delle misure di contenimento
La norma non limita, ma anzi esalta, stante il perdurare del contesto emergenziale che ancora affligge il Paese, la flessibilità organizzativa di ogni Pubblica amministrazione per quanto concerne l'utilizzo del lavoro agile, ancorandola non più a una percentuale, ma al rispetto di principi di efficienza, efficacia e customer satisfaction e liberandola dalla rigidità derivante dalla soglia del 50% prevista in precedenza.
Inoltre, la normativa mantiene inalterato il necessario rispetto delle misure di contenimento del fenomeno epidemiologico e della tutela della salute adottate dalle autorità competenti; rinvia alla contrattazione collettiva la definizione degli istituti del lavoro agile, ma ne consente fino al 31 dicembre 2021 l'accesso attraverso le modalità semplificate, quindi senza la necessità del previo accordo individuale e senza gli oneri informativi a carico della parte datoriale.
Resta il Piano organizzativo del lavoro agile (POLA)
Il decreto prevede inoltre il mantenimento, a regime e dunque fuori dal contesto emergenziale, del Pola (Piano organizzativo del lavoro agile) riducendo dal 60% al 15% la misura minima di attività da svolgere in lavoro agile.
Prevedendo che, in caso di mancata adozione del Pola, il lavoro agile sia svolto da almeno il 15% del personale che ne faccia richiesta.
Infine consente implicitamente, alle amministrazioni che entro il 31 gennaio 2021 abbiano adottato il Pola con le percentuali previste a legislazione allora vigente, di modificare il piano alla luce della disciplina sopravvenuta.