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Paolo Zangrillo "Nessuno stappi lo champagne. Gli aumenti di stipendio saranno graduali per i dirigenti pubblici"

Data 30/07/2025

Sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha tolto il tetto introdotto 11 anni fa agli stipendi della Pa il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo dice di aver letto «molte reazioni un po' superficiali». Perché, mette in chiaro, «non che è che adesso, siccome c'è stata la pronuncia della Consulta, si festeggia e si stappa lo champagne nella convinzione che tutti possano guardare al futuro pensando che si incrementeranno le retribuzioni sulla base del nuovo tetto che da 255 mila euro li porta ai 311 mila euro del primo presidente di Cassazione e poi con le indicizzazioni che si sono perse in questi anni a 350 mila. Il tema va affrontato con serietà», frena il ministro.

Di certo i giudici vi hanno però tolto una bella castagna dal fuoco rispetto all'opinione pubblica. Sbaglio o lei era a favore della modifica del tetto agli stipendi?

«Se l'avessi detto io i populisti in servizio permanente mi avrebbero asfaltato. Però, ciò intendevo dire circa un anno fa, concetto che oggi ribadisco, era una cosa diversa: riguardava in generale la necessità di rivedere le dinamiche retributive dei dirigenti pubblici. Perché se vogliamo essere competitivi sul mercato del lavoro ed attrarre talenti per posizioni complesse, e la pubblica amministrazione ha posizioni molto complesse che richiedono competenze esperienza e leadership, ci dobbiamo confrontare col mercato anche sotto il profilo salariale. Dopodiché, però, dobbiamo essere seri nell'affrontare questo tema».

Cosa intende?

«Che le aziende private, che hanno sistemi retributivi avanzati che consentono loro di confrontarsi sul mercato, hanno però anche sistemi che consentono loro di gestire i salari in modo corretto, cosa che la Pa invece non ha. Stando alla Corte dei conti, infatti, nella Pubblica amministrazione il 98% dei dirigenti pubblici sono valutati "eccellenti" e una volta che si è raggiunto un certo livello anche chi non ha performato bene non vede abbassarsi la sua retribuzione. Nelle aziende private invece, in tutto il mondo Italia compresa, i dirigenti hanno una retribuzione che è in parte fissa e in una parte significativa variabile e questa nel corso degli anni varia veramente in base ai risultati».

Quindi? 

«Quindi prima di pensare ai tetti dobbiamo metterci nelle condizioni di creare i presupposti per gestire le dinamiche retributive in modo diverso. Il disegno di legge approvato in Consiglio dei ministri e che è appena approdato alla Camera risponde proprio a queste esigenze: la logica non può più essere quella di dare sempre tutto a tutti, perché intanto siamo tutti bravissimi, ma quella che porta ad insegnare alle persone ad assegnare degli obiettivi, a valutare le performance e a fare una selezione per avere effettivamente un'individuazione corretta di chi merita di crescere».

Ora dovrete recepire la sentenza della Consulta.

«Sicuramente dovremo intervenire dal punto di vista legislativo con una norma che intanto ci consenta di graduare questi valori e che faccia un poco di ordine. In questi anni si sono create situazioni di disequilibrio che vanno sanate, penso ad esempio a tutti quei dirigenti della pubblica amministrazione che hanno responsabilità enormi, sia dal punto di vista delle risorse da gestire che dell'operatività e che hanno retribuzioni uguali al dirigente che magari sta in una amministrazione dove gestisce 20-30 persone e non ha budget».

La Funzione pubblica Uil solleva un problema di equità rispetto ai semplici dipendenti e sollecita la rimozione dei tetti al salario accessorio...

«E' quello che stiamo realizzando coi rinnovi contrattuali siglati in questi mesi: proprio ragionando sul salario accessorio siano intervenuti per portare le retribuzioni dei dipendenti degli enti locali allo stesso livello dei ministeriali. Certamente la richiesta di fare attenzione a tutti i dipendenti è corretta, perché la Pa è fatta di 3,4 milioni di persone e non sono solo i dirigenti che fanno funzionare questa macchina così complessa».

Ieri è stato chiuso il contratto dei dirigenti delle funzioni centrali...

«E' un ottimo segnale perché c'è stata una netta apertura anche dalla Uil che non aveva siglato le intese precedenti e che scioglierà la riserva nelle prossime ore. Questo riapre il dialogo anche con una delle parti più refrattarie alla firma. Quanto agli altri contratti restano da chiudere sanità ed istruzione: auspico che a settembre ci siamo le condizioni per chiudere anche questi. Sarebbe molto importante perché se riuscissimo a farlo potremmo poi ragionare subito sul contratto 2025-2027 andando in continuità, cosa mai accaduta finora. Per questo sto cercando con tutte le mie forze di convincere i sindacati a muoversi: per le nostre persone sarebbe un risultato importante».