Una bussola sulle semplificazioni a vantaggio dei cittadini. Si chiamerà "Italia Semplice”, il Portale digitale del Dipartimento della Funzione pubblica che sarà online da fine settembre e consentirà ai cittadini di avere una visione completa, organizzata in modo ordinato e per comparto, delle novità pratiche introdotte dalle semplificazioni realizzate dal governo. Ciascun intervento conterrà una spiegazione sulla normativa precedente e sulle novità introdotte. " E magari il cittadino scoprirà che un adempimento a cui prima era tenuto non esiste più". Lo ha annunciato a ItaliaOggi il ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che è al lavoro con il Mef per reperire ulteriori risorse da destinare a ridurre lo spread retributivo tra gli stipendi dei lavoratori degli enti locali e quelli dei dipendenti delle funzioni centrali. Le risorse, ancora da quantificare, andranno ad alimentare un fondo di perequazione che possa agevolare l’incremento dei salari accessori, reso possibile dal dl Pa.
Domanda. Ministro, la sessione di bilancio sta per iniziare e per quanto riguarda il pubblico impiego a tenere banco come sempre ci sono le risorse per i contratti. A che punto sono le interlocuzioni con il suo collega Giorgetti a cui da Cernobbio ha ufficialmente chiesto risorse aggiuntive? E quali sono le prospettive per la chiusura dei due contratti ancora aperti (enti locali e istruzione e ricerca)?
Risposta. Sul tema dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, questo governo fin dall’inizio, si è preso un impegno molto chiaro, ossia quello di reperire risorse adeguate per garantire dei rinnovi tempestivi e continuativi dei contratti pubblici. Questo in ragione del fatto che sicuramente il tema salariale è uno degli elementi che contribuiscono a determinare un clima organizzativo adeguato e quindi è un tema al quale non vogliamo e non possiamo sfuggire. Per questo abbiamo stanziato 20 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali che vanno dal 2022 al 2027 (2022-2024 e 2025-2027) con ulteriori 10 miliardi per la tornata 2028-2030. Abbiamo concluso la tornata 2022-2024, ad eccezione, come ricordava lei, dei due contratti che ci mancano che sono quelli di istruzione e ricerca ed enti locali. Nel percorso di rinnovo abbiamo riscontrato una resistenza alla firma da parte della Cgil e della UIL con una posizione di quest’ ultima che, tuttavia, negli ultimi mesi è tornata ad essere dialogante. Sono convinto che ci siano le condizioni per chiudere abbastanza in fretta il contratto istruzione e ricerca. Abbiamo già avuto un ulteriore incontro dopo la pausa estiva e devo dire che da parte anche della Uil ci sono state delle aperture al dialogo, ragion per cui confidiamo che in tempi anche abbastanza stretti il contratto possa essere firmato. A questo punto mancherebbe solo quello degli enti locali che è il più critico, soprattutto a causa del fatto che gli enti locali rivendicano un ritardo dal punto di vista delle dinamiche salariali rispetto alle funzioni centrali ai salari delle funzioni centrali. È un tema che teniamo ben presente e che rende necessario, nella discussione sul rinnovo del contratto 2022-2024, inserire alcuni ragionamenti di prospettiva che vanno proprio nella direzione di alimentare e accelerare questo percorso di perequazione. La chiusura dei due contratti ancora in corso consentirebbe di avviare molto in fretta la tornata 2025-2027 che in qualche modo si è già avviata se considera che, ad esempio, per le funzioni centrali è stato già firmato l’atto di indirizzo. Questo significa che per la prima volta nella storia repubblicana noi ci troveremo a garantire una continuità nei rinnovi contrattuali, il che significa sostanzialmente firmare i contratti con riferimento alla tornata corretta, cosa mai accaduta. Pensi che, quando sono diventato ministro nel 2022, mi sono trovato a dover chiudere la tornata 2019-2021 già con quasi due anni di ritardo.
D. C’ è però il tema delle risorse. I sindacati chiedono che eventuali fondi aggiuntivi che si riesca a reperire nella prossima Manovra vengano dirottati sul triennio non ancora sottoscritto e non su quello nuovo (2025-2027). È tecnicamente possibile? Quali ipotesi tecniche sono al vaglio?
R. Abbiamo già adottato una prima misura nel decreto-legge PA (dl n. 25/2025) che dà la possibilità agli enti locali che sono in equilibrio finanziario di andare oltre il limite del tetto dell’accessorio. È una norma che è già operativa e ci sono molti comuni, anche importanti, in equilibrio finanziario che stanno adottando questa iniziativa. Ora però è chiaro che per i comuni in dissesto le cose si complicano anche perché c’è da colmare il divario, accumulato negli ultimi 30 anni, con le retribuzioni medie dei ministeri e delle funzioni centrali. Per questo, nel confronto con il ministero delle Finanze con riferimento alla redazione della prossima legge di bilancio, ho chiesto al ministro Giorgetti la possibilità di costituire un fondo di perequazione per poter attingere a risorse extra proprio allo scopo di accelerare il recupero di questo spread che c’ è tra la retribuzione degli enti locali e quella delle funzioni centrali.
D. Ci può anticipare l’ordine di grandezza di queste risorse?
R. Il quantum lo si definirà in queste settimane. Le discussioni sulla legge di bilancio si sono appena avviate e ad oggi non ci sono ancora delle cifre certe anche perché i temi che dovremo affrontare sono molteplici. Quello che però posso dire è che c’è un impegno del mio ministero e del Mef per arrivare a costituire un fondo a cui attingere per dare l’opportunità anche a chi non può ricorrere alla norma sblocca-salari del dl Pa di incrementare le retribuzioni. Vogliamo dare un segnale molto importante a conferma dell’attenzione del governo verso un comparto della pubblica amministrazione, quello degli enti locali, che io considero fondamentale. Noi dobbiamo fare in modo che gli enti territoriali tornino ad essere attrattivi.
D. Quindi per intenderci è da escludere che queste risorse vadano a finire sui contratti? Come sa, i sindacati che non hanno ancora firmato il contratto (Cgil e Uil) chiedono che queste risorse extra vadano ad alimentare un fondo contrattuale che possa incrementare gli aumenti del contratto 2022-2024 da loro ritenuti insufficienti. Quindi questa seconda ipotesi è da escludere in questo momento?
R. Abbiamo già firmato tutti i contratti e non vedo come potremmo pensare di tornare sul 2022-2024 quando ormai quasi tutti i contratti sono stati chiusi. Credo che noi dobbiamo ragionare su un piano diverso, ossia quello di garantire un avvio tempestivo della tornata 2025-2027. Chiudere per tutti i comparti il triennio 2022-2024 e arrivare ad una firma in breve dei contratti 2025-2027 consentirebbe di garantire degli incrementi medi per le due tornate intorno al 12, 13%. Se poi prendiamo in considerazione anche gli ulteriori incrementi che possono derivare dall’utilizzo della norma sul salario accessorio e dal fondo di perequazione, potremo raggiungere in due tornate contrattuali incrementi molto significativi. Tenga conto che la tornata contrattuale 2019-2021 aveva portato in dote incrementi medi del 4%. Oggi noi stiamo parlando per il 2022-2024 di incrementi medi del 6%, a cui si aggiunge lo sblocco del salario accessorio, e altrettanto per il 2025-2027. Sono incrementi importanti che, avendo riguardo all’andamento dell’inflazione nel 2025 che attualmente si attesta attorno al 2%, consentirebbero di coprire integralmente gli impatti sui salari.
D. Dall’ultimo conto annuale del personale P.a. emerge chiaramente come il comparto degli enti locali sia quello più in difficoltà. Come si fa per rendere il lavoro nei comuni altrettanto "figo" (per usare un’espressione a lei cara) come quello nella P.a. centrale?
R. Quello che lei dice è vero, anche se tuttavia devo osservare che le nuove generazioni che si avvicinano alla pubblica amministrazione, spesso nel valutare l’opportunità professionale non tengono conto soltanto della voce salario, ma prendono in considerazione anche altre variabili, quali ad esempio la possibilità di lavorare vicino a casa, la possibilità di godere di orari flessibili, il ricorso al lavoro agile ecc. Noi stiamo cercando di adottare una politica di gestione delle risorse umane, che si riversa peraltro anche nei contenuti dei rinnovi contrattuali per la parte normativa, che punti molto al welfare aziendale, per creare dei contesti organizzativi nei quali le persone non solo siano pagate in modo corretto, ma anche possano godere di un’organizzazione che viene incontro alle loro esigenze.
D. Parliamo di semplificazioni. La questione è soprattutto quella di conoscere quali interventi sono stati fatti? Come fa un cittadino ad accedere a queste informazioni?
R. Abbiamo realizzato un percorso molto importante in tema di semplificazione amministrativa, cercando di fare poche chiacchiere e far accadere le cose. Lo abbiamo fatto attraverso due iniziative importanti. Una si chiama " Facciamo semplice l’Italia" che è un’iniziativa che ci ha portato a condividere con quasi tutte le regioni italiane questo percorso di semplificazione. Un tour in giro per i territori, dove abbiamo incontrato le amministrazioni territoriali, le associazioni di categoria, i rappresentanti delle imprese. La seconda iniziativa è partita all’inizio di quest’anno e si chiama "La tua voce conta", disponibile sul portale partecipa.gov.it. Si tratta di una consultazione pubblica aperta ai cittadini e alle imprese dove possono raccontare la loro esperienza e suggerire cosa migliorare. Attraverso queste due iniziative abbiamo raccolto una serie di istanze dai territori sui temi sui quali i nostri utenti ritengono sia necessario intervenire in termini di semplificazione. Tutto questo lavoro ci ha portato a realizzare quasi 400 semplificazioni, di cui 261 sono già state approvate anche dalla Commissione europea. Adesso stiamo realizzando, e sarà pronto tra una decina di giorni, un nuovo sito, accessibile con pochi semplici click. Si chiamerà "Italia semplice" e consentirà a ogni cittadino di poter avere una visione completa, organizzata in modo ordinato per comparto, di quali sono le semplificazioni che abbiamo realizzato. Ciascun intervento conterrà una spiegazione sulla normativa precedente e sulle novità introdotte. Quindi da fine settembre ogni cittadino, attraverso lo smartphone o l’i-Pad potrà consultare "Italia semplice" e avere un quadro dettagliato degli interventi che abbiamo realizzato a favore dei cittadini. Spesso, infatti, non si riesce ad essere aggiornati su tutte le novità normative e poi si finisce per scoprire che un adempimento a cui prima si era tenuti non esiste più. Per esempio, molti non sanno che, quando sarà in vigore il primo ddl Semplificazioni (il ddl 1184 attualmente all’esame del Senato ndr) si potrà scegliere il medico curante direttamente in farmacia senza dover andare alla Asl. Stiamo finendo la fase di test del sito e l’obiettivo è di andare online da fine settembre.